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Il disturbo ossessivo compulsivo DOC

Hai paura di essere contaminato da sporco, germi o sostanze nocive?
Ti senti in dovere di controllare ripetutamente di non aver causato danni con una tua disattenzione o errore?
Temi di poter perdere il controllo e fare qualcosa che non vorresti?
Hai continuamente dubbi sulla tua relazione sentimentale o sul tuo orientamento sessuale?
Ti senti spinto ad ordinare nel modo “giusto” gli oggetti che ti circondano?

Cos’è il DOC?

Il disturbo ossessivo compulsivo (DOC) è caratterizzato da pensieri, immagini o impulsi ricorrenti che scatenano emozioni come l’ansia, il disgusto o il senso di colpa. Il disagio provocato da questi pensieri cioè le ossessioni è particolarmente intenso e spesso insopportabile, “obbligando” la persona coinvolta a compiere determinati comportamenti (rituali di lavaggio, di controllo, etc.) o azioni mentali (pregare, contare, etc.) ovvero le compulsioni, al fine di tranquillizzarsi e placare l’ansia. Queste azioni compulsive diventano l’unico sollievo dal forte disagio provocato dalle ossessioni, ma possono compromettere la vita lavorativa, sociale e relazionale.
Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) colpisce almeno una volta nella vita il 3% della popolazione e può esordire nell’infanzia, nell’adolescenza o nella prima età adulta.
Se il DOC non viene curato in modo adeguato, con una specifica terapia cognitivo-comportamentale tenderà a peggiorare e a cronicizzare, compromettendo seriamente la vita e le capacità relazionali della persona interessata.

I sintomi tipici del DOC riguardano:

Contaminazione – Contaminazione mentale

In questo caso i sintomi sono connessi alla paura di essere contaminati da agenti o sostanze dannose. Le sostanze percepite come “contaminanti” sono spesso germi e batteri ma anche alcuni liquidi, come solventi, detersivo saponi e sostanze organiche, come i cibi crudi. Anche le persone malate o sporche e trascurate, piuttosto che i genitali possono suscitare una esagerata sensazione di contaminazione e ripulsa.
Talvolta le sensazioni di sporco e contaminazione sono innescate solo da pensieri immorali o disgustosi o da immagini mentali di determinate persone o di una categoria di persone, senza che intervenga alcun contatto fisico. In questo caso si parla di contaminazione mentale.
Questi agenti “contaminanti” innescano sensazione molto forti e insopportabili di sporco che obbligano alla messa in atto di compulsioni (fisiche o mentali) di lavaggio, pulizia, conteggi, sterilizzazione o disinfezione.
La compulsione ha lo scopo di neutralizzare l’azione nociva dei “germi”, diminuire la probabilità di contagio, liberarsi dalla sensazione di sporco e disgusto.

Ossessioni pure (senza compulsioni)

I sintomi consistono in ricorrenti pensieri o immagini in cui il soggetto attua comportamenti indesiderati e inaccettabili perché pericolosi o socialmente sconvenienti: aggredire qualcuno, avere rapporti omosessuali o pedofili, tradire il partner, bestemmiare, compiere azioni blasfeme, offendere persone care, ecc. Non vi sono compulsioni ma solo ossessioni.
In questo caso allo scopo di neutralizzare l’emozione negativa (ansia e/o disgusto) e cercare di tranquillizzarsi la persona si sente costretta a ripercorrere mentalmente il passato, passaggio per passaggio, per trovare conferma o meno alla paura di aver fatto cose inaccettabili o per monitorare le sensazioni provate, cercando di contrastare pensieri e impulsi sgraditi.

Controllo

I sintomi di questo particolare disturbo sono rappresentati dai numerosi controlli messi in atto allo scopo di riparare o prevenire danni a cose o persone causati da una propria distrazione o errore. Questi ripetuti controlli sono spinti dal dubbio ossessivo di aver fatto qualcosa di male senza ricordarlo o senza accorgersene.
I controlli ripetitivi insistono tipicamente su:

  • effettiva chiusura di porte, finestre, portiere della macchina, rubinetti del gas/acqua, fornelli e elettrodomestici, lampadine, fanali;
  • effettivo possesso di oggetti personali e documenti;
  • possibilità di aver investito involontariamente qualcuno con la macchina o aver provocato danni involontari.

Il DOC da relazione (RDOC)

“È questa la relazione giusta per me?” “Quello che provo è vero amore?”, “Il mio partner mi ama davvero?”, “Sarò/à abbastanza intelligente/bello/buono per me/lui/lei”? “Lui/lei è sufficientemente stabile per costruire una relazione?”
Queste sono domande che qualsiasi persona si fa almeno una volta nella vita ma quando questi dubbi diventano un “chiodo fisso”, creando profondo disagio, si è difronte a un sintomo ossessivo.

I sintomi del RDOC riguardano le relazioni sentimentali e considerano due nuclei fondamentali:

  • la relazione, con dubbi e preoccupazioni sulla autenticità dei sentimenti che provo o che il mio partner prova per me
  • il partner, con dubbi e incertezze sulla piacevolezza e accettabilità delle sue caratteristiche fisiche e/o caratteriali.

Le compulsioni tipiche nello RDOC sono:

  • attenzione focalizzata e dubbi sui i propri sentimenti o comportamenti: “Provo abbastanza amore per lui/lei?” o “Mi sono eccitato guardando altre donne/uomini?”;
  • confronto della propria relazione con quella di altre persone: “Siamo felici come quei miei amici?” “Sono innamorato/a come il/la mio/a amico/a?”
  • costringersi a ripercorrere mentalmente la sensazione di quando mi sono sentito/a veramente innamorato/a.

Per evitare la sofferenza e il dubbio catastrofico di non essere abbastanza innamorato/felice o che la mia relazione non sia “quella giusta” tende ad evitare occasioni sociali con altre coppie o solo di assistere a situazioni romantiche o intime.
Alla base dello RDOC ci sono precise distorsioni cognitive e credenze come il perfezionismo emozionale, in cui la prevalenza di un pensiero dicotomico (lo amo o no?, è giusto o sbagliato?, sono felice o no?) porta alla sensazione di poter investire in una relazione solo se si è estremamente certi di ciò che si prova.
Provare anche sensazioni sgradevoli o negative per il proprio partner induce a mettere in dubbio la relazione in toto.
Il dubbio e l’ambivalenza del sentimento provato genera sensi di colpa o rimorso (timore di prendere in giro la persona non amata sufficientemente).

Altri esempi di credenze tipiche nello RDOC sono:

  • “Se non provo solo amore significa che non lo amo”;
  • “Se provo emozioni negative significa che non è la relazione giusta”;
  • “È il mio fidanzato/a e quindi dovrei essere sicuro di amarlo”.

Il disturbo da DOC da relazione come del resto tutti i disturbi ossessivo-compulsivi se non trattato adeguatamente tenderà a peggiorare con una progressiva compromissione del funzionamento relazionale, lavorativo/scolastico e sociale della persona.
Spesso queste ossessioni creano grave disagio soggettivo e pensieri depressivi con notevole abbassamento della autostima e frequentemente possono esserci pensieri suicidari.

Le ossessioni sessuali

I sintomi sono legati ad emozioni come la colpa e la paura generate dal dubbio di:

  • poter essere omosessuale (Sexual Orientation OCD, DOC a orientamento sessuale): “ E se fossi omosessuale?”, “Mi sono eccitato guardando persone del mio stesso sesso?”;
  • poter essere perverso o aggressivo sessualmente: “E se violentassi qualcuno?”;
  • poter essere pedofilo (Pedophilia-Themed OCD, DOC a contenuto pedofilico): “Se mi piacessero i bambini?”;
  • sperimentare impulsi o immagini sessuali rivolti a membri della famiglia (incestuosi) o a figure religiose (blasfemi).

Molto spesso le persone con DOC a orientamento sessuale mettono alla prova i propri gusti sessuali allo scopo di eliminare i dubbi e il timore ossessivo di non essere come si vorrebbero.
Un tipico rituale volto ad eliminare i dubbi sessuali consiste nell’analizzare attentamente le proprie reazioni fisiche o emotive di fronte agli stimoli temuti: persone dello stesso sesso, bambini, familiari, immagini sessuali sconvenienti.
Spesso l’attivazione fisiologica naturale provata di fronte a questi stimoli (diventati quasi fobici) viene interpretata come un’eccitazione sessuale scatenando quindi un effetto paradossale della messa alla prova (ovvero l’ansia interpretata erroneamente come conferma di eccitazione sessuale).

Le persone che soffrono di DOC sessuale non possono sopportare il dubbio di essere immorali o perversi o pedofili o omosessuali e quindi si sentono costretti a evitare di:

  • frequentare palestre, piscine e spogliatoi;
  • assistere a scene di sesso tra persone dello stesso sesso;
  • rimanere da soli con persone dello stesso sesso;
  • rimanere soli con bambini o toccare o prendere in braccio bambini;
  • avere contatti con persone percepite come “a rischio” (familiari o altro);
  • frequentare luoghi sacri.

Ordine e simmetria

I sintomi consistono nel dover mettere a posto gli oggetti e le cose, seguendo un criterio percepito come “giusto” ordinato e simmetrico.
La sensazione pervasiva è quella di mancanza di armonia, logicità e correttezza. Quaderni, matite, abiti, lenzuola, stoviglie, bicchieri devono essere perfettamente ordinati secondo una sequenza apparentemente “logica” di ordine e simmetria (ad esempio per colore e/o dimensione).
Solo il rispetto assoluto del “modo giusto” di sistemare le cose e gli oggetti farà sentire bene le persone che soffrono di DOC di ordine e simmetria.

Accumulo/accaparramento

Il sintomo consiste nell’accumulo di qualsiasi materiale e nell’incapacità di buttare via gli oggetti che hanno perso utilità e valore.
Le persone che soffrono di questo disturbo continuano ad accumulare oggetti inutili come giornali vecchi, bottiglie, confezioni di alimenti, circondandosi di montagne di oggetti dismessi.
Le più recenti ricerche classificano il disturbo da accumulo (Hoarding Disorder) come un disturbo a sé stante rispetto al DOC classico.