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Dipendenze

Dipendenze da sostanze

Le principali droghe da abuso sono la Cannabis, la cocaina, gli oppioidi, il tabacco e le benzodiazepine. La più comune sostanze da abuso è il tabacco.

Cos’è la dipendenza da cannabinoidi?

L’hashish e le foglie di marjuana contengono derivati psicoattivi chiamati tetraidrocannabinoidi (THC). Queste sostanze hanno effetti diretti sul nostro cervello e sono in grado di scatenare dopo pochi minuti dall’assunzione diversi effetti cognitivi e comportamentali quali:

  • rilassamento e piacevole sonnolenza
  • distacco dalla realtà
  • benessere
  • euforia e elevazione del tono dell’umore (risata facile):
  • scioglimento dei freni inibitori e aumento della fantasia (tutto sembra più facile)
  • distorsione del senso del tempo e dello spazio

Se gli effetti immediati sono gratificanti quelli a lungo termine nell’uso massivo di THC posso essere dannosi per la salute e portare a conseguenze organiche importanti come tachicardia, secchezza delle fauci e modificazioni dannose a livello cerebrali. La sospensione della sostanza (spesso inalata e mischiata con il tabacco per essere fumata) può provocare sintomi di astinenza quali irritabilità, attivazione del sistema simpatico (aumento pressione arteriosa, sudorazione).

Cos’è la dipendenza da benzodiazepine?

Le benzodiapine (BZD) sono i farmaci più usati al mondo dopo gli anti-infiammatori. Fanno parte della classe farmaceutica degli psicofarmaci e vengono prescritti per problemi comuni come l’ansia e l’insonnia. Ne fanno parte i principi attivi Lorazepam, Diazepam, Bromazepam, Delorazepam, Lormetazepan e Flurazepam. Questi ansiolitici/ipnotici, pur essendo efficaci nel ridurre i sintomi ansiosi e/o indurre il sonno, comportano il grave effetto di creare dipendenza ed assuefazione. Essere dipendente da questi farmaci significa non poterne fare a meno e avere la necessità di aumentarne la dose per raggiungere l’effetto desiderato. Interromperne l’assunzione dopo un uso/abuso prolungato può provocare sintomi tipici di una crisi di astinenza quali:

  • tremori
  • attivazione del sistema simpatico (sudorazione, tachicardia)
  • insonnia
  • agitazione
  • nausea
  • crisi d’ansia
  • crisi convulsive
Come si cura la dipendenza da BZD?

A causa della difficoltà e della pericolosità nel sospende l’assunzione delle BZD è necessario intervenire con un protocollo medico specifico e sicuro. La detossificazione comunemente prevede un graduale scalaggio del farmaco ma questo tentativo terapeutico richiede molti mesi e nei casi più gravi spesso fallisce del suo obiettivo. Il Servizio Ospedaliero con il quale collaboro prevede invece un protocollo terapeutico affidabile, sicuro e veloce. Successivamente alla detossificazione (risensibilizzazione alle BZD) sarà fondamentale seguire un percorso ambulatoriale per la gestione e il mantenimento dell’astinenza dal farmaco.

Dipendenze comportamentali

Quando un comportamento socialmente accettato diventa patologico?

Un comportamento di per sé sano come quello di relazionarsi con un partner, fare sesso, navigare in internet, usare i social network, fare shopping o giocare on-line o off-line diventa patologico quando si trasforma in una ricerca incontrollata di comportamento. La persona che soffre di una dipendenza non è più libera di comportarsi come vuole ma è obbligata e sente il bisogno bramoso di mettere in atto quell’azione. Giocare, navigare, comprare diventano una compulsione, un impulso fuori controllo messo in atto per ricevere una ricompensa o per alleviare una sofferenza.

Cos’è la dipendenza da internet?

Le persone con questo tipo di disturbo usano in modo incontrollato tutti i dispositivi collegati a internet (smartphone, computer, tablet). Come per le dipendenze da sostanza (alcol, fumo, farmaci, droghe) la persona dipendente sente il bisogno di aumentare la dose della sostanza e in questo caso di aumentare il tempo dedicato a quel comportamento (tolleranza), svilupperà nel tempo una vera sindrome di astinenza (agitazione, irritabilità, ansia) quando si riduce o si toglie l possibilità di mettere in atto quel comportamento.

Le più diffuse forme patologiche di utilizzo di internet sono:

  • Gaming
    La dipendenza da gioco riguarda spesso giovani che trascorrono la maggior parte del tempo a giocare a video-giochi in camera propria sviluppando comportamenti disfunzionali e compromettendo spesso la loro vita scolastica e familiare.
  • Cybersexual Addiction
    Comprende tutti i comportamenti compulsivi legati ai siti e filmati pornografici e alle chat erotiche
  • Net compulsions
    Riguarda lo shopping compulsivo online e il gioco d’azzardo patologico (gambling) online
  • Cyber-relational Addiction
    L’utilizzo compulsivo e quasi esclusivo di chat e social network per costruire relazioni affettive
Un nuovo preoccupante fenomeno chiamato Hikikomori

Il termine Giapponese significa “stare in disparte” e descrive le persone che hanno deciso di interrompere tutte le relazioni sociali e di isolarsi al di là di quelle virtuali. Negli ultimi anni si sta espandendo anche in occidente e in Italia i numeri stanno crescendo vertiginosamente, spesso il fenomeno colpisce i ragazzi/e giovani o giovanissimi i quali rimangono confinati nello spazio della propria stanza per la maggior parte del tempo compromettendo gravemente la propria vita relazione, scolastica e familiare. Questo fenomeno è legato all’uso di internet, strumento che rappresenta la sostituzione patologica del mondo reale con quello virtuale.

Che cos’è la dipendenza affettiva?

Quando nelle relazioni sentimentali si altera l’equilibrio tra dare e avere, l’amore invece che un’esperienza di crescita può trasformarsi in un vicolo chiuso. È il caso della dipendenza affettiva caratterizzata dall’assenza di reciprocità nella vita affettiva nella quale la persona dipendente, che spesso si annulla nell’altro, vede nel partner sfuggente ed indisponibile l’unica ragione di vita e di realizzazione di sé. Le aspettative deluse del ‘offerente d’amore’ sviluppano sentimenti di risentimento ed insoddisfazione ma anche la ricerca costante di amore che puntualmente non viene ricambiato.

Il disagio e i sintomi della dipendenza affettiva sono simili a tutte le dipendenze comportamentali. Riassumibili in:

  • Piacere suscitato dalla persona
  • Bisogno di aumentare sempre di più il tempo dedicato a pensare o a stare a contatto con il/la partner (Tolleranza)
  • Ansia e Panico quando il partner è distante fisicamente o emotivamente (Astinenza)
  • Alternanza di momenti in cui c’è perdita di controllo e incapacità nel vedere in maniera oggettiva e razionale la situazione momenti di lucidità nei quali si sperimenta vergogna e pentimento

Con il tempo la persona dipendente affettivamente attuerà comportamenti e pensieri disfunzionali quali

  • Priorità delle emozioni del partner rispetto alle proprie
  • Calo della propria autostima: “se il partner non mi stima significa che non valgo nulla”
  • Aumento dei sensi di colpa che bloccheranno ogni presa di decisione
  • La persona dipendente sarà concentrata a non rimanere sola perché la paura dell’abbandono prenderà il sopravvento
  • Vergogna e isolamento: “gli altri mi criticano quindi non parlerò con nessuno di quello che provo”
  • Controllo del partner a
  • Tendenza a sottovalutare le conseguenze negative della relazione patologica
Come si cura la dipendenza affettiva?

Vi sono diversi tipologie di dipendenza affettiva ma in ogni caso il processo di guarigione è solitamente lungo e complesso perché spesso non vi consapevolezza del dipendente stesso delle condizione in cui si trova e quindi non è disposto al cambiamento.

Cambiamento che nella maggior parte dei casi significa interrompere la relazione disfunzionale.

La prima fase della terapia cognitivo-comportamentale prevede l’analisi dettagliata della relazione sentimentale in oggetto e di quelle precedenti allo scopo di individuare i meccanismi che l’hanno instaurata e soprattutto che la mantengono. Si fisseranno gli obiettivi a breve e a lungo termine insieme al paziente valutandone la disponibilità al cambiamento possibilmente costruendo una rete sociale di sostegno per il paziente (possibilmente amici e parenti che possano sostenerlo anche al di fuori dell’ambulatorio).

Nella seconda fase si condividerà con il paziente le teorie psicologiche alla base della dipendenza per capire quali sono stati i meccanismi che ne stanno alla base. Si cercherà quindi di far riconoscere il paziente in quei modelli teorici che spiegano le motivazioni di questo disturbo.

La terza fase consiste nel training assertivo con l’obiettivo di aumentare l’autonomia e l’autostima.

L’ultima fase riguarderà un educazione emotiva che consiste nell’individuazione (Quali emozioni provo?) e nella modifica delle emozioni negative e disfunzionali che non permettono di vivere in piena libertà e consapevolezza.

Cos’è la dipendenza sessuale o disturbo sessuale compulsivo?

Le persone con questo tipo di disturbo sono spesso uomini con una vita sessuale caratterizzata dalla necessità di raggiungere molti orgasmi quotidiani, attraverso rapporti sessuali o la masturbazione. Questo legame patologico con il sesso si consolida e diventa sempre più presente nella vita della persona che ne soffre fino a diventare una vera e propria dipendenza, che tipicamente il soggetto non riesce più a controllare.

I pensieri che si accompagnano a comportamenti sessuali ripetitivi e stereotipati diventano ossessioni di fantasie e comportamenti sessuali, fino ad interferire nello svolgimento delle normali attività quotidiane e lavorative e nei rapporti familiari Ne conseguono notevoli problematiche all’interno delle relazioni sociali e in particolare della vita di coppia e di famiglia. Come tutti i disturbi dello spettro ossessivo-compulsivo anche la dipendenza da sesso ha come caratteristica la compromissione o l’assenza dei meccanismi di controllo degli impulsi.

Le persone dipendenti da sesso avvertono un estremo bisogno di compiere atti sessuali, anche quando questi sono inopportuni o in situazioni estreme. Possono ricercare rapporti facili con prostitute, spesso non protetti o adoperano materiale pornografico con modalità compulsive. Il mancato compimento dell’atto sessuale causa in loro ansia e irascibilità, fino a sfociare in una sintomatologia più grave.

Cos’è la dipendenza da cibo?

Mangiare è un bisogno primario e serve per sopravvivere e provare piacere. In alcuni casi però il rapporto con il cibo può diventare problematico e patologico. Le persone che soffrono di dipendenza da cibo non riescono a controllare il proprio appetito e la quantità di cibo che si assume, spesso mangiano per cercare una “falsa” gratificazione o una fuga da un disagio emotivo/psichico. Come per le altre dipendenze comportamentali mangiare può diventare un atto compulsivo messo in atto senza controllo e per necessità assoluta, in altre parole non si può più fare a meno di mangiare anche se non si vorrebbe. Quando il cibo diventa un’ossessione e il mangiare una compulsione c’è la perdita di controllo anche del proprio peso corporeo e l’essere in sovrappeso è accompagnato da una bassa autostima e da senso di colpa. In questi casi i tentativi di controllare l’appetito attraverso diete (di tutte i generi) falliscono soprattutto nel lungo termine.

Il disagio e i sintomi della dipendenza da cibo sono riassumibili in:

  • Piacere suscitato dal cibo
  • Bisogno di aumentare sempre di più la quantità di cibo assunto e il tempo dedicato a mangiare (Tolleranza)
  • Ansia e Panico quando non si può mangiare (Astinenza)
  • Alternanza di momenti in cui c’è perdita di controllo e incapacità nel vedere in maniera oggettiva il proprio rapporto con il cibo e momenti di lucidità nei quali si sperimenta vergogna e pentimento

Con il tempo la persona dipendente da cibo attuerà comportamenti e pensieri disfunzionali quali:

  • Mangiare senza fame, spesso in maniera vorace senza gustare il sapore e senza saper distinguere l’appetito dalla sazietà
  • Mangiare di più da soli rispetto a quando si è in compagnia fino ad arrivare alle abbuffate solitarie
  • Usare tecniche di compensazione per poter assumere più cibo. Ad esempio assumere alcool o caffè per favorire lo svuotamento dello stomaco, oppure procurandosi il vomito.
  • Desiderare ardentemente il cibo senza trarne una vera soddisfazione mentre si mangia
  • Provare sentimenti ambivalenti nei confronti del cibo (odio/amore)
  • Pensare per molto tempo della giornata a quando finalmente si mangerà
  • Provare vergogna e sensi di colpa
Come si cura la dipendenza da cibo?

L’obiettivo della terapia cognitivo comportamentale à quello di prevenire la risposta disadattiva – in questo caso il mangiare compulsivo – attraverso metodi e tecniche che mirano alla modificazione del comportamento, suggerendo modalità alternative per la gestione delle emozioni e dei sentimenti.

La prima fase della terapia cognitivo-comportamentale prevede l’analisi dettagliata delle abitudini alimentari e dei pensieri correlati all’assunzione di cibo (analisi funzionale). Questa tecnica ha lo scopo di individuare i meccanismi che mantengono e autoalimentano il problema. Insieme al paziente si fisseranno gli obiettivi a breve e a lungo termine valutando la disponibilità al cambiamento e possibilmente costruendo una rete sociale di sostegno per il paziente (possibilmente amici e parenti che possano sostenerlo anche al di fuori dell’ambulatorio). In questa fase è prevista la somministrazione di test psicometrici ed eventualmente il coinvolgimento di un professionista nutrizionista.

Nella seconda fase si condividerà con il paziente le teorie psicologiche alla base della dipendenza per capire quali sono stati i meccanismi che ne stanno alla base. Si cercherà quindi di far riconoscere il paziente in quelli schemi che spiegano le dinamiche di questo disturbo.

La terza fase consiste nel training assertivo con l’obiettivo di aumentare l’autonomia e l’autostima.

La quarta fase consisterà nella fase vera e propria di cambiamento nella quale il paziente sperimenterà un modo nuovo di alimentarsi.

L’ultima fase riguarderà un’educazione emotiva (Quali emozioni provo?) con l’individuazione e la modifica di emozioni negative e disfunzionali che non permettono di alimentarsi con serenità e vivere in piena libertà e consapevolezza.