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Disturbi Ossessivo Compulsivi

Cosa sono?

Sono disturbi psichici caratterizzati dalla presenza di ossessioni (pensieri) e di compulsioni (comportamenti o azioni mentali conseguenti all’ossessione per ridurre l’ansia) o, più raramente, da sole ossessioni (pure).

I disturbi ossessivo-compulsivi possono essere ricondotti alle seguenti tipologie:

  • lavaggio e pulizia
  • controllo
  • ripetizione e conteggio
  • ordine e simmetria
  • accumulo-accaparramento
  • con ossessioni pure

Per esempio:

  • ho le mani contaminate dai germi => DEVO lavarmi
  • ho investito qualcuno con l’auto => DEVO tornare indietro e controllare subito
  • se non conto fino a 100 mia madre si ammalerà => DEVO contare fino a 100 adesso
  • il tappeto deve essere orientato sulla fuga della mattonella => DEVO verificare
  • se butto via qualcosa domani potrebbe servirmi => DEVO tenere tutto
  • ho l’impulso di fare del male agli altri.
Come si curano?

Le linee guida internazionali e gli studi di neuroscienze evidenziano l’efficacia a livello cerebrale della terapia cognitivo-comportamentale nella cura dei disturbi ossessivo-compulsivi.

La risonanza magnetica ha dimostrato che circa 20 sedute di TCC comportano un cambiamento significativo dell’attività in alcune regioni del cervello di pazienti con DOC.

La tecnica d’elezione è l’esposizione con prevenzione della risposta (EPR), che consiste nel guidare la persona in ripetute esposizioni graduali alle situazioni che producono malessere, ‘resistendo’ al compiere i rituali compulsivi. Il paziente è abituato a pensare che, se non si mette in atto specifici rituali, si manifestino le conseguenze negative temute. Attraverso l’esperienza assistita dal terapeuta egli apprende che il disagio raggiunge un picco e poi cala gradualmente e che le conseguenze temute non si manifestano. Ad ogni esposizione il malessere sarà di intensità e durata minore.

L’obiettivo principale del trattamento è la libertà dalle compulsioni e una ripresa del controllo sulla propria vita.

In questo approccio i farmaci sono considerati solo come terapia di supporto a breve termine in casi particolarmente difficili. Gli SSRI, farmaci che agiscono sul meccanismo della serotonina a livello cerebrale, sono efficaci nel ridurre i pensieri ossessivi ma una volta sospesi il problema si ripropone. Questo accade perché il farmaco non cambia il meccanismo che genera il problema, non modica gli apprendimenti e i meccanismi cognitivi patologici che generano il disturbo, cosa che è invece possibile con la psicoterapia cognitivo-comportamentale.

Che cos’è la disforia di genere?

Secondo il DSM 5 (il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) la disforia di genere si riferisce alla sofferenza che accompagna l’incongruenza tra il genere sessuale esperito e il genere assegnato. Le persone che non sentono di appartenere al genere assegnato provano un marcato desiderio di appartenere al sesso opposto, hanno spesso una preferenza per le attività che nella cultura di appartenenza sono assegnate al genere desiderato, possono inoltre sviluppare un’avversione per la propria anatomia sessuale desiderando di avere le caratteristiche (fisiche e psicologiche) del genere sessuale esperito.

La Riassegnazione del genere indica un cambiamento di genere ufficiale (di solito legale); l’Identità di genere è una categoria di identità sociale e si riferisce all’identificazione di un individuo come maschio, femmina o come appartenente a categorie diverse (DSM 5). Il percorso da intraprendere che porta al miglioramento della qualità di vita di chi soffre a causa di questi aspetti collegati all’identità di genere è complesso e prevede il coinvolgimento di una equipe multi professionale tra cui lo psicoterapeuta e il medico ma consente di affrontare correttamente un percorso di riassegnazione del genere superando i possibili traumi ad esso connessi.

Cos’è la dipendenza sessuale o disturbo sessuale compulsivo? (giusto che si ripeta in due pagine)

Le persone con questo tipo di disturbo sono spesso uomini con una vita sessuale caratterizzata dalla necessità di raggiungere molti orgasmi quotidiani, attraverso rapporti sessuali o la masturbazione. Questo legame patologico con il sesso si consolida e diventa sempre più presente nella vita della persona che ne soffre fino a diventare una vera e propria dipendenza, che tipicamente il soggetto non riesce più a controllare.

I pensieri che si accompagnano a comportamenti sessuali ripetitivi e stereotipati diventano ossessioni di fantasie e comportamenti sessuali, fino ad interferire nello svolgimento delle normali attività quotidiane e lavorative e nei rapporti familiari Ne conseguono notevoli problematiche all’interno delle relazioni sociali e in particolare della vita di coppia e di famiglia. Come tutti i disturbi dello spettro ossessivo-compulsivo anche la dipendenza da sesso ha come caratteristica la compromissione o l’assenza dei meccanismi di controllo degli impulsi.

Le persone dipendenti da sesso avvertono un estremo bisogno di compiere atti sessuali, anche quando questi sono inopportuni o in situazioni estreme. Possono ricercare rapporti facili con prostitute, spesso non protetti o adoperano materiale pornografico con modalità compulsive. Il mancato compimento dell’atto sessuale causa in loro ansia e irascibilità, fino a sfociare in una sintomatologia più grave.

Come si cura la dipendenza sessuale?

Molto spesso le persone che ne soffrono non sono pienamente consapevoli del problema e non si accorgono che il loro comportamento è inadeguato e disadattivo. Per questo motivo solitamente è il/la partner a chiedere una consulenza per potersi orientare e comprendere meglio quello che sta accadendo.

L’obiettivo della terapia cognitivo comportamentale à quello di prevenire la risposta disadattiva – in questo caso l’atto sessuale compulsivo – attraverso metodi e tecniche che mirano alla modificazione del comportamento, suggerendo modalità alternative per la gestione delle emozioni e dei sentimenti.