fbpx

Fabiana

Buonasera Eleonora,

dopo alcuni mesi di trattamento provo a mettere a fuoco brevemente il mio problema e le “risposte” trovate insieme. Tutto è iniziato dopo alcuni anni matrimonio e la nascita della nostra prima bambina. Ero terrorizzata dall’idea che potesse ammalarsi per colpa dello “sporco”, dei “germi” e di altre fantasmi che la mia mente aveva generato, sprofondandomi progressivamente in un’ansia assoluta e in uno sforzo sempre più frenetico e disperato di pulire, pulire, pulire… Per fortuna mio marito ha capito che non era normale questo mio atteggiamento e mi ha convinto a parlarne con uno specialista. Ho incominciato così per tre lunghi anni un percorso assiduo di analisi che mi ha portato a farmi molte domande su me stessa, gli altri e la vita in generale. Ma non riuscivo a smettere di preoccuparmi per la mia casa e di continuare a tirarla a lucido. Praticamente non facevo altro nella mia giornata, finendo per trascurare perfino mia figlia e quel sant’uomo di mio marito. Su consiglio del mio analista ho provato a confrontarmi con lei e avviare un approccio cognitivo-comportamentale. Lei mi ha subito spiegato che il mio disturbo (“ossessivo-compulsivo”) è letteralmente un’anomalia quasi organica del mio cervello, che si sviluppa dal nulla, quasi senza ragioni e cresce sempre di più. E come un qualcosa di esterno e di nemico andava affrontato. A piccole dosi, senza fretta, ma molto concretamente e senza tante chiacchere, abituandomi ad espormi alla mia paura dello sporco e contrastando l’impulso a rispondere all’ansia che mi provocava pulendo sempre di più. In soli tre mesi mi sento meglio e mi pare di aver fatto grandi passi verso la guarigione. Grazie!